nascosto nel mio rifugio di calce osservo attraverso la maschera da saldatore lo sviluppo della lastra di ferro nella quale ho impressionato un UOMO
nervosa compagnia il crepitare freddo della saldatrice elettrica mentre seguo la nascita del mio UOMO scontornato dall’elettrodo da taglio gocciolante metallo fuso scavato ammucchiato in crateri e piaghe miracolosamente sprizzate dal lampeggiare del corto circuito
volevo ritagliare una figura umana come solo esercizio di scultura e improvvisamente inorridisco al vedere la mia stessa carne cancerosa che si snoda dalla lastra di ferro che mi ero proposto di scolpire
ho seguito una seconda idea al primo attacco d’ansia della giornata
ho intravisto una CROCE sotto la lastra quasi umana che avevo cominciato e ho chiuso l’interruttore della luce
stava fra i rottami nel prato un’arrugginito longherone da 8 x 1,5 ed ho faticato e sudato e bestemmiato per tutto il tragitto mentre lo trascinavo in officina
ho fatto una CROCE in economia e vi ho appoggiato sopra il mio mezzo lavoro arroventato
ho riabbassato l’interruttore della luce
l’ansia era cresciuta
mi tremava la pinza con l’elettrodo da taglio che aveva ripreso stranamente a scontornare
attraverso lo schermo incandescente di luce bianca e azzurra e scintille della maschera da saldatore ho seguito l’adagiarsi dell’UOMO sulla CROCE ed ho inorridito per il suo enorme ventre rigonfio mostruosamente traboccante malattie oscene e maledizioni e vuoto le braccia completamente prive di ossa e muscoli e le gambe che gli penzolavano informi raggrumate come pus uscito da quel ventre dove si erano dati convegno tutti i mostri aggrovigliati scaturiti da anonimi pianeti
il capo reclinato con invisibili immagini di occhi e parole e rughe e cervello asportato con la sola funzione di sostenere l’immorale cravatta compensatrice di tanto vuoto e orrore
il corto circuito mi ha trascinato ancora con i suoi bagliori artificiali fino all’esasperazione del mio stato ansioso giù per la strada sdrucciolevole del mio autolesionismo nevrosi coatta compiacimento morbosità dell’orrore gettato sul corpo di quell’UOMO che era improvvisamente scaturito dal mio male inconscio e che ora dovevo seguire fino in fondo
l’elettrodo da taglio gli scava l’ultimo pezzo di cervello
gli toglie l’ultima viscera dal ventre
gli si avventa sulle mani spalancate e sui piedi a perforare le sole logiche parti viventi complete ed è l’ultima corrosione del corpo
inseguito perso preda del terrore misterioso assimilato nella mia infanzia di caverne e ghiacci sono corso a spalancare tutti i cassetti del banco in cerca di chiodi arrugginiti da trave
mi sono avventato su per i muri credendo di fuggire ed ho continuato a rovesciare cassetti ricolmi di attrezzi lucenti assurdi sconosciuti
inciampando fra trapani e mole e incudini e stracciando tute sbottonate impigliate nei tentacoli di ferro di immobili mostri alle pareti mi sono buttato sotto un tavolo scrivania e ho trovato 3 chiodi
agonizzante ho sorpreso alle mie spalle l’UOMO che avevo creato
gli ho urlato sopra di terrore gli ho ansimato i chiodi nei fori aperti delle mani e dei piedi freneticamente urlando sbavando e sono balzato in piedi sul tavolo con le mani il capo il corpo tutto schiacciati contro il muro…..
…….e l’ho guardato il mio lavoro finito
UOMO STA INCHIODATO SULLA CROCE
sono uscito sereno dalla mia bottega di fabbro fra i campi nel sole al mattino
mi sono appoggiato al muro della casa a fumare a e l’ho rivisto
credeva di pedalare verso di me con la posta del mattino osservando le buche nella strada
in realtà stava su una CROCE
mi sono alzato in piedi e ho guardato lontano dietro di LUI la strada disseminata di CROCI luccicanti metallo cromato e le ho guardate ad una ad una mentre tornavo a casa la sera
ad ogni CROCE un UOMO diverso
ad ogni UOMO una fila interminabile di CROCI immerse nei campi di nebbia del mio paese
camminavo in fretta farneticando al buio UOMO STA INCHIODATO SULLA SCROCE e caddi impigliato nel cavo della saldatrice serpente venuto dalle stelle con il suo messaggio sottile
mi trascinai accanto al mezzo specchio appeso alla parete e gli gridai addosso tutta la mia immorale apatica innocenza correndo di notte giù per gli scoscesi sotterranei dell’officina inseguito dal cavo della saldatrice ed arrivai davvero fino in fondo e ancora urlai UOMO STA INCHIODATO SULLA CROCE mi sono buttato nella terra nuda del più profondo sotterraneo subconscio della mente ed ho ascoltato la sua storia piangendo in silenzio
UOMO STA INCHIODATO SULLA CROCE rarefatta della solitudine ad ascoltare piano la carica tuonante di maree di gente allucinata che si insegue su per corridoi di silenzio e anticamere vuote
di capiufficio che schiacciano bottoni rosa e occhi azzurri sotto l’orologio d’oro del cartellino
d’imprecazioni e bestemmie all’utensile che si spezza per mezzo giro alla rovescia del tornio
di sommessi dialoghi con l’autoradio chiusi sigillati nell’utilitaria alla deriva in colonne maleodoranti gas
di guardie notturne inginocchiate a masturbare familiari serrature nei supermercati mentali silenziosi
di lunghe parlate con la tastiera d’alluminio dell’ascensore alla quale ammiccare di tanto in tanto in assenza del principale
UOMO STA INCHIODATO SULLA CROCE gelida della disperazione di giovani schiacciati dal rullo compressore dell’organizzazione sociale
operai a transistor col cervello elettronico abbracciati in lunghe catene di montaggio
folle che si dibattono fra i tentacoli della pazzia ed urlano per le strade e le piazze squarciando al cielo gole isteriche di puttane madonne
impiegati scaffalati nei tram ad accarezzare di nascosto la nuova beretta 7,65 per l’ultima strage familiare e l’intera prima pagina del giorno dopo con il solo gigantesco immorale punto interrogativo rosa
bimbi dai volti angelici in sella all’ultima 100 cavalli lanciati a 180 all’ora nei semafori rossi di periferia
famiglie di sconosciuti castrati immobilizzati relegati nel mezzo metro quadro messo a loro disposizione dagli assassini degli uffici progetti d’imprese costruzioni a consumarsi ruggendo nella gabbia a superficie variabile ultima trovata della scienza ad ogni giro una stretta e alla fine il solo spazio rimasto distilla ombre che si allontanano piangendo barcollando passi rabbiosi impotenti di sperma compresso
UOMO STA INCHIODATO SULLA CROCE infuocata dell’orrore per aver troppo a lungo frugato fra la tiepida carne umana in campi di battaglia macerie alberi spaccati grondaie affumicate e finestre
per averne impastata altra in obitori pubblici e segreti e averla ammucchiata in magazzini con secchi ricolmi di cazzi e occhi a consumarsi al cadere di fogli di calendari rassegnati e rivelarsi di colpo in mucchi di scheletri sorridenti
per aver firmato forche e stragi e plotoni d’esecuzione e convogli bianchi verso l’africa il gioco del tiro a segno col mitra in villaggi adolescenti il terzo occhio aperto nella fronte di bambini ammutoliti l’orrore maggiore per aver ritirato a fine mese lo stipendio di mercenario e il secolo dopo si sentiva ancora lo sbiascicare delle mascelle dei coccodrilli del congo e dello zambesi
per aver usato soldati surgelati come cartelli indicatori nella campagna di russia
per aver cotto carristi nudi in scatole d’acciaio arroventato
per aver affondato intere navi passeggeri in funzione di una politica
per aver portato a termine il genocidio del vero popolo americano
per aver fatto a pezzi fanciulli prematuri e averli ricostruiti in collane per le loro madri
per aver decapitato mille innocenti assopiti e averne inventata la giustificazione per averla ascoltata per averla approvata e dimenticata
per aver benedetto osceni tribunali della santa inquisizione per conto di santi dannati giudici preti benedicenti mani grondanti sangue misteriosi tabernacoli ironici a rinnegare dio il pellegrino incredulo inginocchiato sui mosaici del grottesco palcoscenico e su per il rogo della sua innocente eresia
UOMO STA INCHIODATO SULLA CROCE meschina della malafede dei banchi dell’O.N.U. ad esibire stupidi pezzi di carta stampata e sottoscritta
a pronunciare discorsi fasulli
a dormicchiare mentre paolo sesto recita il “ fate i bravi bambini “
i rappresentanti delle nazioni giocano a flipper
il segretario generale mena il cane per l’aja
i caschi blu scendono dal cielo si siedono fra i litiganti a farsi le seghe poi si alzano contano i morti e riferiscono
UOMO STA INCHIODATO SULLA CROCE spaventosa della miseria con le dita strette fra i chiodi arrugginiti della fame
feti che si dissolvono in silenzio nel buio delle loro madri tubercolose che gemono e muoiono ammassate in fogne sifilitiche di appestati poveri
UOMO STA INCHIODATO SULLA CROCE della castrazione collettiva preparata e praticata da strani esemplari della fauna umana eletti depravati stupratori chiavatori di prime notti altrui con la benedizione condizionata di sua santità e per volere di un dio che non mostrava loro nemmeno il volto
la libertà della carne negata per il timore di insorgere di altre libertà
ammutoliti incantati dal flauto magico della televisione ad odiare sommessamente presentatori e attori e cantanti carichi di figa a non finire
a sgolosiare l’ultima troia arrivata in tivù con le tette sul vassoio
un parlottare di scopate in conventi e preti chiusi nei tassì a pomiciare con la sottana lunga e il crocifisso al collo
seminari di culi preda di oscuri iniziati dalle labbra esangui e l’oradello rotto
occhiate maliziose di avventori nei bar a organizzare l’ennesima marchetta della maria maddalena
l’urlo della carne di maniaci sessuali addomesticati ammansiti in divani psicoanalitici scrupolosamente occultati
UOMO STA INCHIODATO SULLA SCROCE buia dell’incomunicabilità di volti di padri e madri e figli e spiriti santi parlanti vuoto come pesci spettrali smarriti nell’oceano scricchiolante della schizofrenia di massa
UOMO SI STA INCHIODANDO SULL’ULTIMA CROCE RADIOATTIVA DELLA BOMBA …..l’ultimo capitolo completamente carbonizzato tornato all’origine
la mescola degli elementi nel crogiolo liquefatto della storia ridiventata materia
l’ultimo ribollire informe di tutte le esperienze passate la nebbia stagnante dell’alba sopra l’immobile massa silenziosa dell’anima
Silla Ferradini Milano Dicembre 1968